Realizzato su legno di pioppo, con incisione al laser in bassorilievo, cm.30x30x2
Sator è la prima parola dell’omonimo palindromo,
costituito dalle cinque parole “SATOR - AREPO - TENET - OPERA –
ROTAS”, ritrovato sia in forma di quadrato che in forma radiale o
circolare su molti reperti archeologici in Europa e in Italia, le cui
prime tracce risalgono a oltre 2.000 anni fa. Essendo formato da
parole di 5 lettere ciascuna, è possibile scrivere la frase entro un
quadrato di 25 caselle, che rimane leggibile dall'alto, dal basso, da
destra e da sinistra.
L’enigma del quadrato
di Sator è stato oggetto di molteplici interpretazioni, tuttavia
ancora oggi alcuni ritengono che esso custodisca un significato
nascosto. Proprio la molteplicità dei luoghi e dei testi in cui
ritorna ne hanno resa particolarmente controversa l’interpretazione,
soprattutto perché il termine AREPO, in esso contenuto, risulterebbe
non strettamente di origine latina, e indicherebbe probabilmente un
tipo di carro in uso presso le popolazioni galliche.
Difficile quindi
stabilire il significato letterale della frase. Ad esempio, se si
leggesse il palindromo da sinistra verso destra, si otterrebbe la
frase “SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS”, che secondo una prima
interpretazione potrebbe tradursi con: “Il
seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote”.
Una interpretazione più recente, vedrebbe nel
palindromo un significato astronomico o cosmologico, e pertanto la
traduzione sarebbe “il Creatore con il carro tiene in moto le
orbite”. Tale interpretazione risulterebbe coerente con il
modello di universo accettato nel basso Medioevo, che
identificherebbe con la figura del Sator-Creatore il motore ultimo
dell’universo.
Viceversa, se si leggesse il palindromo cambiando
verso di percorrenza alla fine di ogni riga o di ogni colonna, si
otterrebbe la frase “SATOR OPERA TENET AREPO ROTAS”, in cui il
termine SATOR indicherebbe il SEMINATORE, AREPO rappresenterebbe una
contrazione di AREOPAGO (nel significato di tribunale supremo), e il
palindromo potrebbe essere tradotto con: “Il seminatore decide
i suoi lavori quotidiani, ma il tribunale supremo decide il suo
destino”; tale interpretazione attribuirebbe pertanto un
significato morale al quadrato magico secondo cui: “L'uomo
decide le sue azioni quotidiane, ma soltanto Dio decide il suo
destino”.